Il lavoro straordinario costerà meno in termini di tasse all’impresa e al lavoratore. Un operaio, che già lavora otto ore al giorno, per arrivare ad avere uno stipendio che gli permetta di vivere e non semplicemente ‘sopravvivere’, dovrà sobbarcarsi un altro paio di ore di straordinario ogni giorno per cinque giorni la settimana. Capito perché gli industriali hanno applaudito fragorosamente. In pratica per avere uno stipendio in linea con quelle che sono le retribuzioni europee, devi farti un mazzo tanto e se il lavoro diminuisce perché la tua ditta ‘delocalizza’, tu rimani con un palmo di naso. Un lavoratore in quanto tale, deve poter scegliere liberamente se fare o non fare lo straordinario, su questo non possiamo allentare la presa. Ognuno ha diritto di organizzarsi la propria vita in base a quelli che sono i suoi valori, priorità, regole etc. Avere una retribuzione che raggiunge una parvenza di normalità solo in condizioni di lavoro ‘estremo’ non mi pare sia una grande conquista.
In verità, nessuno dice che gli stipendi sono fermi ad un potere d’acquisto di 6 o 7 anni fa, questo è il punto. In questi anni la corsa al rincaro di ogni sorta di bene di prima, seconda e ultima necessità è stata senza sosta. Le tariffe sono aumentate ben oltre il tasso di inflazione annuale e questo senza che nessuno muovesse un dito. Gli affitti in certe città, complice il passaggio lira/euro, sono più che raddoppiati, l’energia costa più del latte, stessa cosa per i servizi a livello comunale.