Jennifer Paige e la storia che non c’è

Jennifer Paige arrivò in Italia nel 1998 con il singolo “Crush” e fu subito un grande successo. Agevolata indubbiamente dalla sua traboccante bellezza la bionda statunitense conquistò in men che non si dica, moltissimi fans del nostro bel paese. Un bel videoclip accompagna questa “Crush” che poi nel tempo sarebbe stata seguita da altri singoli e album pubblicati in Italia sempre da Jennifer Paige.

 

Oggi vorrei parlare di una di quelle storie che avrebbero potuto essere e che non sono state. Ho sempre avuto difficoltà ad avere intrallazzi di alcun genere con le sorelle dei miei amici. Spesso mi ritrovavo a bazzicar case e ambienti dei miei compagni di adolescenza e in queste, c’era sempre la sorellina di turno acerba e carina che dopo un po’ mi faceva gli occhietti dolci. Tu lo capivi che le piacevi perché nonostante la loro giovanissima età, erano molto intraprendenti soprattutto con le parole tanto da metterti in imbarazzo di fronte proprio al tuo amico.

 

Tralascio un paio di sorelline che in un primo momento furono anche un po’ asfissianti e in un secondo si offesero per non essere state oggetto di attenzioni. Mi soffermo un po’ invece sulla sorella di un mio amico.

 

Io facevo il dj e lei frequentava la discoteca. La chiamerò Angela e questo è chiaramente uno pseudonimo. Angela è oggi una bellissima donna. Ha capelli neri che le arrivano giusti giusti sulle spalle. Anche i suoi occhi sono neri e ha una bocca che in questi casi si definisce carnosa. Il suo sguardo è profondo magnetico e talvolta molto ma molto intenso. Angela ha un figlio e un compagno o forse un marito boh.

 

Qualche anno fa Angela ed io ci siamo frequentati un po’. Lei  veniva a trovarmi in consolle e poi in radio dove lavoravo. Passavamo del tempo a chiacchierare e scherzare. Talvolta si sedeva sulle mie ginocchia e mi metteva le braccia intorno al collo. Aveva poco più di 16 anni ed io essendo amico di suo fratello avevo molte resistenze. Così decisi di tagliare quello che stava nascendo tra di noi. Ricordo ancora le sue telefonate in cui diceva di volermi bene, di voler stare con me e via discorrendo. Alla fine dovetti in qualche modo interrompere bruscamente la nostra amicizia.

 

Passarono un paio di anni e lei divenne via via sempre più bella, più donna. Ci incrociavamo in paese ma lei si girava d’altra parte e non ne voleva sapere di salutarmi. Il tempo trascorse così, senza che ci si potesse mai più dire una parola.

 

Molto tempo dopo, ad una cena organizzata per il compleanno del fratello, mi ritrovo Angela seduta davanti a me spostata di 4 posti sulla destra. Per tutta la durata della cena non facciamo che scambiarci furtivi sguardi, occhiate curiose. Sul finire, mentre si decide che fare, vado in bagno a lavarmi le mani e lì ci incrociamo. Io le faccio una battuta e lei ridendo mi dice “Tu è meglio che mi stai lontano”.

 

Si va in discoteca. Angela balla con il fratello, si diverte un mondo, è davvero bella. Io me ne sto seduto al tavolo a pensare e osservare. Mi piace usare gli occhi come fossero una cinepresa e fare delle panoramiche, guardare la gente fare mossettine talvolta stupide e prive di significato.

 

Dopo un po’ Angela si viene a sedere  vicino a me e mi chiede come sto. Iniziamo a parlare e lei ritorna a quel periodo di quando era innamorata. Dice: “Ero poco più che una bambina”. La serata vola via, lei vuol provare il mio orologio, mi prende la mano tra le sue, lo sfila e se lo mette. Lo tiene un po’, finge di non volermelo ridare poi se lo sfila e me lo rimette tenendomi ben stretta la mano sinistra.

 

Finita la serata torniamo verso il paesetto. In auto siamo io e lei seduti dietro. Il fratello che guida e un altro amico seduti avanti. Durante i trenta chilometri che ci separa dal ritorno a casa, siamo sempre mano nella mano. Poi ci salutiamo con un semplice ciao e un a risentirci.

 

Angela stava facendo l’università e dalla città dove studiava, nei giorni seguenti mi chiamò ma io non ero in casa e non sapevo in alcun modo come poterla rintracciare. Ci cercammo lo so, per qualche tempo e poi più.

 

Oggi la incrocio quando vado a fare la spesa. Un sorriso, un ciao e tante domande che non avranno mai una risposta.
 
 
 Jennifer Paige “Crush”

 

Jennifer Paige e la storia che non c’èultima modifica: 2008-07-04T16:10:00+02:00da rickyapple
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