In una notte d’estate

Click.

Ho chiuso la portiera. Rientro a casa. E’ tardi o forse è presto, dipende dai punti di vista. Butto le chiavi al solito posto, sbottono un po’ la camicia, apro il frigo, prendo un po’ di latte fresco. Mi lascio cadere sul divano, ho ancora qualcosa di te da smaltire. Forse i tuoi occhi o la tua bocca, le mani o magari le tue gambe…

 

Chiudo gli occhi ed è come se premessi “play”.

…tornavi dal lavoro e quel sabato ti incrociai per caso. Scherzavamo sempre sul fatto che il destino si divertisse a mettere intervalli troppo lunghi tra un incontro e un altro. Ci piaceva così, essere spontanei e non forzare nulla.

 

Quel giorno però fu diverso. Al tramonto di quel sabato di fine giugno, ci sedemmo sulla panchina per fare quattro chiacchiere. Dietro di noi, in lontananza, quel vecchio mal ridotto convento. Mai eravamo stati così vicini. Mai avevamo parlato in un silenzio quasi irreale. Le parole scorrevano via come tavole su mare increspato dal vento. I silenzi permettevano ai nostri occhi di guardarsi tra di loro così intensamente da essere quasi imbarazzati.

 

Ci salutammo poco dopo con un timido abbraccio, ignari che quello sarebbe stato il primo di una lunga serie. Tornai a casa e prima ancora di essermi seduto per la cena, lessi il messaggio che mi avevi mandato e capii che qualcosa era cambiato, stava esplodendo…

 

Riapro gli occhi, non è bastato chiuderli. Sei ancora nei paraggi, ho il tuo profumo addosso, i tuoi respiri e le tue parole sussurrate con un filo di voce che fanno lo stesso giro dentro la mia testa. Faccio le solite scale e cerco di centrare il letto. Chiudo gli occhi. Chissà domani se sarai ancora lì…

 

In una notte d’estate – Le Vibrazioni

 

In una notte d’estateultima modifica: 2008-08-08T10:05:00+02:00da rickyapple
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