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Dolore/Piacere guidano le nostre scelte.
Possiamo prendere come esempio il bambino che porta il cucchiaio con la minestra scottante in bocca, ovviamente il cervello registra il dolore della bruciatura e questo farà sì che la prossima volta il bambino faccia raffreddare un poco il brodo prima di metterlo in bocca. Senza questo meccanismo il piccolo non avrebbe fatto probabilmente molta strada.
Allo stesso modo il cervello ci guida in tutte le cose che facciamo con il proposito di cercare il piacere ed evitare il dolore. Nella situazione in cui non riuscirà a trovare piacere, si preoccuperà di evitare quanto più possibile il dolore. Di fronte a determinati eventi infatti la nostra centrale operativa, alle prese con poche scelte, opterà per il male minore. Sembra un aspetto banale ma in realtà è un meccanismo potentissimo che se usato con la massima dimestichezza, può apportare cambiamenti profondissimi nel nostro modo di agire.
Alla base di ogni cambiamento, c’è sempre una scelta da fare. Scegliere di cambiare è il primo indispensabile passo senza il quale nulla è possibile. Più facile a dirsi che a farsi. Nella nostra cultura, i cambiamenti sono sempre visti con una certa diffidenza, basti pensare ai numerosi ‘detti’ o proverbi uno dei quali ad esempio recita più o meno così: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non quel che trova” . Abbondano altri luoghi comuni anche sull’impossibilità di cambiare il carattere di una persona.
Come agisce il meccanismo piacere/dolore.
Come detto, in ogni situazione il cervello cerca il piacere e rifugge dal dolore. Quando uscite a cena con una persona e questa vi fa stare bene, il cervello crea un neuro associazione e sarà quest’ultima a farvi desiderare di rivedere chi vi ha fatto passare una bella serata. Di contro se qualcuno vi rimprovera di continuo, crea tensione e un’atmosfera di disagio, sarà ben evidente che la relativa neuro associazione vi allontanerà da quello che è per voi un dolore, ossia trascorrere altre ore con questa persona.
Ogni neuro associazione crea all’inizio un solco sottile che collega azione e sensazione. Ogni qualvolta la situazione si ripresenta, il solco diventa sempre più marcato fino a creare un comportamento automatico. Da ciò si capisce perfettamente perché facciamo o non facciamo determinate cose, senza neanche rifletterci più di tanto. Chi ha il vizio del fumo, s’è creato una fortissima neuro associazione. Magari associa la sigaretta ad un momento di relax, oppure gli serve per scaricare lo stress o ancora perché dopo aver abbondantemente mangiato e preso un buon caffé, la sigaretta lo fa digerire. A tutto ciò, si aggiunga anche la traccia che la nicotina lascia nell’organismo e il gioco è bello che fatto.
Spesso ci diciamo che dovremmo cambiare una determinata cosa nella nostra vita, eppure ci troviamo a rimandare in continuazione. In questa situazione le cause possono essere che non associamo abbastanza piacere al cambiamento che dovremmo fare e quindi non ci attira abbastanza, oppure non abbiamo ancora sofferto abbastanza fino al fatidico punto che ci fa dire: “basta non ne posso più…”. In quest’ultimo caso stiamo però vivendo la fase del ‘male minore’, quindi il cervello sta cercando di farci provare il minor dolore possibile non avendo modo di puntare al piacere.