Inseparabile presenza

L’altro giorno ho incontrato un amico, stavo 1765197557.jpgfacendo compere e quando l’ho visto l’ho salutato calorosamente visto che era da un po’ che non ci si vedeva. Abbiamo chiacchierato per qualche minuto e mi ha confessato che ultimamente sta soffrendo per una situazione che non riesce a gestire come vorrebbe. Recentemente ha fatto dei piccoli errori sul lavoro e questo lo ha portato a sentirsi talmente male da pensare di mollare tutto.

A volte è strano come riusciamo a complicarci la vita. Che stiamo in mezzo alla folla, in mezzo al mondo, in un qualsiasi posto o completamente soli, incontriamo sempre quel tizio che riesce a farci stare male. Ci dice cose bruttissime con un tono di voce talmente convincente che proprio non riusciamo a non credergli. Ci fa vedere immagini così sconvolgenti che il mondo pare ci crolli addosso all’istante. Sa come abbattere la nostra autostima, il nostro amor proprio, come mortificare il nostro orgoglio. Ci fa arrabbiare con noi stessi ma ancor di più con gli altri e spesso per futili motivi. Ci fa sentire offesi e oltraggiati per delle parole, per delle espressioni, per dei gesti. E’ strano perché con questa persona così subdola e strisciante, nonostante tutto, volenti o nolenti, dobbiamo passarci praticamente ogni minuto, ogni istante della nostra vita. Quella persona infatti siamo noi.

 

Il più delle volte siamo noi che ci infliggiamo delle inutili sofferenze, che siamo talmente severi con noi più di quanto non lo saremmo mai con gli altri. Ci giudichiamo negativamente, ci diciamo cose brutte, ingigantiamo piccoli contrattempi e li facciamo diventare ostacoli insormontabili. Siamo noi. Non sappiamo come farci sentire bene, come dirci cose che possono aiutarci invece che punirci. Siamo noi. Il nostro dialogo interiore, sempre lì, pronto a rimuginare come il disco che si incanta sempre sullo stesso punto. Il nostro interlocutore che parla dentro di noi e ci dice che abbiamo sbagliato, che siamo idioti, cretini, incapaci. Siamo noi.

 

Allora perché non cercare un approccio diverso? Perché non iniziare con l’interrompere quella suadente vocina ruffiana che parla in continuazione? E’ molto semplice ma ci vuole molto esercizio. Basta ripetere anche a voce alta se è possibile un normalissimo “mantra” cioè una frase detta e ridetta più volte con lo stesso tono di voce, ad esempio: “Basta, taci, sta zitto, non rompere”. Ogni volta che vi trovate immersi in un dialogo interiore improduttivo che vi sta portando in uno stato d’animo peggiore, ripetete immediatamente il mantra fino a quando la vocina non lasci spazio a qualcosa di più piacevole per voi. Dobbiamo riuscire a far essere quella personcina che ci segue come un’ombra, il nostro miglior alleato, il nostro personal trainer mentale. Dobbiamo mettere in condizione questo allenatore di darci i migliori strumenti per affrontare tutto quello che c’è da affrontare là fuori. Dobbiamo capire che le cose ci possono far male fintanto che siamo noi a dargli il potere di farlo. Le parole possono offenderci se noi conferiamo loro il potere di farlo. Per taluni gli ostacoli sono problemi da superare con difficoltà, per altri delle meravigliose sfide da vincere. Capito la differenza? Siamo noi a dare significato alle cose, agli avvenimenti. E spesso l’interpretazione che diamo agli accadimenti determina il tipo di esperienza che ne ricaviamo.

 

Al mio amico ho fatto notare che di errori se ne fanno in ogni luogo di lavoro e che metterne in preventivo qualcuno non è poi la fine del mondo. L’importante è fare quanto di meglio si riesce in ogni momento cercando di dare il massimo di quel che si può dare. Talvolta bisognerebbe uscire dal ciclone per riuscire a vedere come questo ti sta centrifugando. Da fuori puoi avere una migliore prospettiva e valutare meglio il da farsi. Forse non avrò risolto il suo problema ma ho avuto l’impressione di vederlo molto più sollevato quando ci siamo salutati.

Inseparabile presenzaultima modifica: 2008-08-21T10:07:00+02:00da rickyapple
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